Corso ECM sul Progetto Salute RSC: strategie e buone pratiche in comune per il diritto alla salute di Rom, Sinti e Caminanti
Mettere in comune le esperienze e condividere le migliori strategie per potenziare l’accesso ai servizi sanitari da parte delle comunità Rom, Sinti e Caminanti, garantendo da un lato un’offerta adeguata alle specificità dell’utenza e dall’altro informazioni capillari e dettagliate sulla tipologia e dislocazione dei servizi disponibili, con la partecipazione attiva delle comunità. È con questo spirito che lunedì 20 giugno si è svolto il corso Ecm “La tutela della salute delle comunità RSC: strategie di intervento”, organizzato dall’INMP con il coinvolgimento di tutti i partner del Progetto Salute RSC.
Gli attori principali del progetto hanno avuto modo di confrontarsi per la prima volta in presenza, dopo diversi rinvii dovuti alla pandemia. Dal racconto dell’esperienza diretta dei servizi sanitari, degli enti del terzo settore e dei facilitatori è emerso con chiarezza il ruolo centrale della rete di competenze e del mix di interventi realizzati grazie al Progetto.
Le diverse testimonianze hanno consentito di mettere in evidenza le buone pratiche e le strategie da attuare per superare le criticità relative all’accesso ai servizi e alla tutela effettiva della salute delle comunità interessate. Un contributo rilevante è giunto dalla parte laboratoriale del corso, che si è svolta nel pomeriggio: i gruppi di lavoro hanno elaborato strategie di intervento relative a diversi scenari di operatività nell’interazione con le comunità Rom, Sinti e Caminanti, confrontandosi con esperti dei singoli ambiti e portando alla discussione in plenaria le proposte operative elaborate.
“Il corso ha rappresentato un prezioso momento di condivisione e di rilancio delle strategie e delle pratiche realizzate e messe in rete grazie al Progetto Salute RSC” commenta Alessandra Diodati, referente istituzionale e coordinatore scientifico del progetto Salute RSC. “Ora l’obiettivo è di estendere progressivamente questa esperienza e renderla patrimonio comune di tutti coloro che si occupano della tutela della salute dei Rom, Sinti e Caminanti, mettendo a disposizione preziosi strumenti di formazione, informazione e mediazione di sistema che devono essere applicati con il massimo coinvolgimento della comunità a cui si riferiscono”.